lunedì 24 novembre 2014

Aggiornamenti


(Carino eh il Doodle di oggi dedicato a Henri de Toulouse-Lautrec?)

Una delle cose più divertenti nelle quali mi sto cimentando in questo periodo, insieme a migliaia di colleghi in tutta Italia, è il percorso di aggiornamento obbligatorio, richiesto di fatto dalla Ue a tutti coloro che sono iscritti a un ordine professionale.
L'ordine cui appartengo io ha fatto finta di ignorare la direttiva, finché la questione non è diventata talmente cogente da dover correre ai ripari. Perché il punto è sempre lo stesso: possiamo discutere fino a domani mattina sulla necessità degli ordini professionali, e del mio in modo particolare, ma finché ci sono e finché si sceglie di rimanervi iscritti bisogna comunque adeguarsi alle norme.
Così, la scorsa primavera, timidi come margherite a primavera sono spuntati i primi corsi. Rari. Spesso a pagamento. Molto spesso a pagamento. Troppo spesso a pagamento. Il che può diventare un problema, soprattutto per i poveri freelance, che già si devono accontentare dei 5 euro a cartella e ci manca solo che debbano sborsare soldi per un aggiornamento imposto da altri.
Dopo le prime proteste, il cambio di marcia. I corsi si moltiplicano e si moltiplica l'offerta gratuita.
Peccato che per iscriversi ci si trasformi tutti in fan dei One Direction il giorno in cui si mettono in vendita i biglietti del concerto. Collegati a mezzanotte al server, per poter strappare uno degli agognati 50, 35, 70 posti disponibili nei corsi più improbabili: dalla comunicazione Vaticana a quella sportiva, dalla privacy all'economia immobiliare, dal turismo al ruolo delle agenzie stampa.
In un moto di coerenza, mi sono rifiutata di iscrivermi a corsi che non avessero attinenza non dico con quel che faccio, ma per lo meno con ciò che mi interessa.
Così sono finita al carcere di Opera per un corso sulla diffamazione, in Regione per uno sul data journalism, a Bergamo per uno sulle tecniche di impaginazione.
Già, a Bergamo.
Perché in zona orobica il corso veniva erogato su una intera mattinata e valeva 5 crediti, laddove a Milano, lo stesso corso durava 3 ore e garantiva 2 miserandi crediti.
Nimmanco dal pizzicagnolo si contratta così.
E comunque Bergamo è deliziosa. Dopo il corso, io e il collega che con me si è imbarcato in questa avventura ci siamo goduti una passeggiata per le vie del centro. E il cielo era più terso che a Milano.
Una boccata di buonumore.

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