martedì 29 ottobre 2013

Lettera 22

Io ci ho provato, sia ieri sia oggi. Ho dato la colpa a me, al cambio dell'ora (ché i fusi orari li reggo bene, non altrettanto le due cadenze annuali del solare/legale), al lavoro, ai pensieri. Poi mi sono arresa. La colpa è loro. Degli autori, del regista e financo degli attori. Perché la fiction su Adriano Olivetti alla fine è un feuilletton, malgrado Zingaretti e malgrado lui, Adriano, che di questi tempi non sarebbe male riflettere su alcune figure di industriali che hanno fatto la storia di questo Paese. Invece via, uno scivolar affrettato tra eventi e lotte di potere, come se non ci fosse più tempo. Più tempo per affinare, per meditare, per raccontare.
Davvero un peccato.

Che poi quando nella prima puntata è comparsa la moglie Paola, mi è venuto in mente Lessico Famigliare, quando la Ginzburg (Levi prima del matrimonio con Leone) racconta proprio della sorella Paola e del fidanzato di lei Adriano. E mi è venuto voglia di rileggerlo ancora quel libro. Perché racconta ciò che siamo stati, E fa rimpiangere ciò che non siamo più capaci di essere.


1 commento:

  1. gran libro, e bellissima recensione. se non l'avessi letto, sarei corso a comprarlo

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