domenica 1 gennaio 2012

Doce Uvas


Devo dire che, nonostante tutto, siamo persone molto attaccate alla tradizioni. Mica solo le nostre, per carità. Apertissimi a far diventare nostre anche quelle degli altri, soprattutto se scaramantiche.
Così, dopo il melograno, le lenticchie, le spagnolette, che c'è una profezia Maja da scongiurare e una manovra Monti cui sopravvivere, quando mancavano dodici secondi alla mezzanotte, ci siamo ritrovati davanti alla Porta del Sol a ingurgitare i dodici acini d'uva prescritti dalla nostra amica murciana, andando a ritmo con i rintocchi della campana e cercando di non strozzarci con i gandolini. Così ci siamo persi il botto di Carlo Conti, che mi sembra comunque un buon modo per iniziare l'anno. Però poi, lo ammetto, siam tornati anche in Italia, giusto per renderci conto che da noi non è Capodanno se qualcuno non canta Tintarella di Luna. Anche se fuori ci son zero gradi e la strada luccica di ghiaccio. Tant'è. Quando hano tirato fuori dalla formalina Leroy Gomez abbiam capito che non è che  tutte queste tradizioni son proprio indispensabili, eh. Giusto qualcuna, per non sbagliare.

3 commenti:

  1. Eh! anche io, agli ultimi secondi del 2011, ho cambiato sul canale TVE international ed ho ingurgitato i 12 acini a tempo con le 12 "campanadas"(per la cronaca: ce l'ho fatta!).
    anche perche' avevo una scatolina di 12 acini d'uva comprati un paio di anni fa a madrid, e mi scadeva a febbraio... il prossimo anno lo festeggero' nuovamente a Madrid. spero!

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  2. Plauso per aver evitato il dott. Conti... super, io ci ho provato con i miei a casa...ed ho proposto anche il brindisi a testa in giù...Auguri Madame Miti!

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  3. :) buon anno cara; cinico_nick

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